Da chi dipende l’ignoranza degli italiani?
21 Luglio 2018“Westworld. Dove tutto è concesso”, ma alla fine si fanno sempre le stesse cose
24 Luglio 2018Comprendersi è il punto di arrivo di un processo che non ha nulla di automatico o scontato. La comprensione è un processo fatto di idee che occorre avere, atteggiamenti che occorre saper mantenere e di tanti piccoli atti che occorre saper compiere. Un processo, quindi, non banale, anche se alla portata di tutti. Un processo delicato, suscettibile di fallire per la complessità oggettiva degli scambi, a volte, per malintesi o fraintendimenti; per ignoranza di come funzionano le parole, per inadempienza, distrazione, pigrizia, disinteresse.
Le possibilità di non comprendersi sono tante, mentre quelle di comprendersi minori. Non aiuta la tendenza automatica a pensare che parlare sia sufficiente per capirsi. Generalmente si pensa: “Siccome ho parlato e ho parlato chiaramente (per me è chiaro quello che dico) l’altro deve aver capito”. Si dà per scontato che, condividendo la stessa lingua e magari gli stessi contesti, si condivida lo stesso orizzonte, lo stesso mondo, le stesse intenzioni. Parlare la stessa lingua sembra identico a pensare la stessa cosa. Purtroppo, come ognuno di noi sa bene, non è così. E non è nemmeno un problema di quantità di informazioni. Il male intendersi, il fraintendersi, il non capirsi sono parte integrante della comunicazione. Non sono un accidente dovuti ad un difetto. Possono essere ridotti, ma non eliminati. È una possibilità iscritta nel modo stesso in cui è fatto il linguaggio o agisce la comunicazione. Per questo occorre fare attenzione all’ascolto e all’espressione. Non darli per scontato, ma quantomeno impegnarsi a prestare un poco di attenzione a come funzionano.
Per approfondire si veda il testo Comprendersi scaricabile qui